Portare i bambini al mare.
C’è qualcosa di più difficile nella gestione delle attività genitoriali?
E’ come ostinarsi a comprendere i testi delle hit estive. Sai che non è nella capacità umana, ma hai sempre una speranza di farcela.
Non trovo una metafora più calzante.
E’ un problema solo mio o c’è qualcuno che alza virtualmente la propria manina?
Andiamo un pò più a fondo della questione.
La spiaggia dei poveri
Quando hai un paio di figli, un paio di mutui e un paio di asili da pagare è altamente probabile che la scelta sia obbligata.
La spiaggia libera.
La spiaggia libera è una terra di nessuno, allo stesso tempo contaminata e incontaminata, in base ai gozzovigli della nottata precedente, tra una pizza d’asporto e un regolamento di conti finito male.
Dopo una notte insonne e la sveglia all’alba, cogli il lato positivo: alle 7 di mattina, puoi piazzarti dove vuoi.
Vicino al mare, per un migliore controllo della situazione, o vicino all’uscita, per una agevole via di fuga?
De gustibus.
Dopo aver trascinato il passeggino, montato ombrelloni o tende, spalmato e incostumato la prole sei pronto a stenderti a leggerti un libro in santa pace.
Se avessi vent’anni, senza famiglia e a Formentera. Altrimenti, no.
La spiaggia libera ha anche una vantaggio inestimabile: ti fa capire che non sei solo, tanti genitori affrontano le stesse situazione e basta un incrocio di sguardi per sentire la vicinanza e la compassione.
Proprio in questo momento di grande solidarietà, uno dei tuoi figli starà mangiando la sabbia e l’altro sarà alle soglie dell’annegamento.
Seguimi ancora un pò.
La quiete prima della tempesta
Quando hai raggiunto un assetto mediamente accettabile, puoi tirare il fiato.
Ti sei diviso i compiti con l’assegnazione di uno figlio e ti concentri al massimo su di lui (per chi ne ha più di due o si reca al mare in solitaria, tantissima stima).
Le attività principali per i figli di taglia medio-piccola sono:
Creare nuovi materiali, legando sabbia, pietre, acqua del mare e sporcizia in un secchiello.
Se ti va bene, puoi anche brevettarlo, se ti va male passi dal dermatologo.
Farsi seppellire - seppellire.
E’ una questione mentale, immagina di essere a fare i fanghi in una SPA.
Fare il bagno, attività che dura dalle 3 alle 6 ore
In base all’autonomia, setta bene braccioli, salvagente e fai decorrere il principio di Archimede, tanto berranno lo stesso.
Giocare a palla
Preparatevi già a ricevere le lamentele dei passanti, dissociandovi dal fatto di avere un grado di parentela col pargolo
Andando invece sui figli di taglia piccola, l’elenco si restringe:
Mangiare sabbia e pietre e bere l’acqua del mare.
L’evoluzione della specie non si è fermata fin ad ora, credo che andrà avanti.
I figli di taglia medio-grande dovrebbero essere abbastanza autonomi se non per:
Spillare soldi per andare al Bar dei bagni privati;
Lamentarsi del fatto che non riescono a giocare a calcio o beach-volley nei bagni privati;
Lamentarsi del fatto che tutti i loro amici vanno ai bagni privati.
La grande ricompensa
I grandi sacrifici sono sempre oggetto di una ricompensa.
O almeno cerchiamo di pensarla così, altrimenti è dura svegliarsi la mattina.
Quindi, cosa ci portiamo a casa dopo una giornata al mare con i nostri bambini?
Chili di sabbia;
Ustioni di diversi gradi, perchè ti sei dato gli avanzi delle creme scadute, per riservare quelle buone ai tuoi figli;
Un discreto grado di nervosismo, al sapore di salsedine.
Ma soprattutto un livello di stanchezza dei figli tale per cui non dovrai subire anche la routine per metterli a letto. Oppure saranno loro a mettere a letto a te.
In entrambi i casi non vi sembra un grande successo?
Alla prossima!