Cara mamma instabile, la newsletter di oggi è dedicata a te.
Tutto inizia così
A te, che prima di concepire l’idea di un figlio hai messo in conto le rinunce da affrontare.
A te, che hai lottato affinchè l’idea si trasformasse nella più incredibile meraviglia di cui gli essere umani sono a conoscenza.
A te, che non hai vissuto in prima persona il miracolo di donare una vita, ma hai scelto di essere mamma per chi era solo al mondo.
A te che, in barba agli stereotipi, hai visto modificare il tuo aspetto e il tuo corredo ormonale.
A te, che hai sopportato un dolore fisico che nessun uomo potrà mai immaginare (a meno che non si avvicini all’avere la febbre a 37,2).
A te, che hai rivolto uno sguardo compassionevole a noi papà, allibiti ed emaciati, al primo incontro con la nostra meraviglia.
I primi passi
A te, che hai dato colore alle notti in bianco, con pazienza, pianti e gomitate al tuo partner.
A te, che hai confezionato il kit perfetto per ogni uscita con il pargolo: pannolini, salviette, biberon, pappe e ricambi vari.
A te, che ti sai destreggiare tra una vaccinazione obbligatoria, un controllo dei sei mesi, un’iscrizione al nido e le giuste paranoie sulla gestione di una nuova vita.
A te, che hai accettato la sfida dello svezzamento, nonostante - per non so quale motivo - non sia una disciplina olimpica degna di una medaglia importante.
Nuove sfide
A te, che sei riuscita a bilanciare il ruolo di mamma con quello di lavoratrice, nonostante le poche tutele delle istituzioni.
A te, che alle riunioni dell’asilo mantieni autocontrollo, nonostante vorresti strozzare tutti.
A te, che esorti, con animo gentile, i tuoi figli a fare i compiti, anche se ti hanno avvisato di una scadenza un’ora prima di uscire di casa.
A te, che hai conseguito una Laurea Honoris Causa in Economia e organizzazione aziendale, per pianificare ed incastrare tutte le attività familiari.
A te, che non ti limiti a cercare su Internet i sintomi di una malattia, ma ti fai carico di scarrozzare i figli da un Pronto Soccorso ad un luminare, con uno studio rigorosamente senza parcheggio, per mettere una pezza ai problemi di salute. Naturalmente trascurando la tua.
A te, che alterni pasta in bianco e sofficini, con piatti prelibati, trovando nel freezer e nelle gastronomie validi alleati. Per non parlare dei vari servizi di delivery e di spesa online.
A te, che osservi con pochi margini di manovra le crisi adolescenziali dei tuoi figli, tra un tentativo di approccio empatico e la voglia di cambiare la serratura di casa.
A te, che cerchi di intravedere una passione nei tuoi figli e, per quanto possibile, dai loro i mezzi per perseguirla.
Cambio di prospettiva
A te, che aspetti una telefonata o il rumore delle chiavi nel nottolino della porta di casa, a notte inoltrata.
A te, che fai il conto alla rovescia verso la domenica, per bandire la tavola e ritrovare quel frastuono che spesso hai odiato e ora ti manca.
A te, che non osi chiedere una mano per la spesa o per essere accompagnata a una visita perchè “sai mia figlia/o è così impegnata/o”.
A te, che pensi che la maglia di lana, il collo coperto, gli sbalzi di temperatura e l’inappetenza siano i giusti mezzi per tenere sempre vivo il cordone ombelicale con i tuoi figli.
A te, che vizi i tuoi nipoti come l’Organizzazione Mondiale per la Salute - oltre ai tuoi figli - non vorrebbe, dando il via a principi di malattie croniche.
A te, che guardi le foto dei compleanni, dove i tuoi figli facevano smorfie indolenti, di cui si sarebbero pentiti.
A te, che osservi l’andamento della vita dei tuoi figli e ti rimproveri che avresti potuto fare meglio: ma non è così.
Dulcis in fundo
A te, che guardi i papà instabili annaspare per provare a dare una mano, combinando più guai di quelli che ci sarebbero senza alzare un dito.
A te, che abbozzerai un sorriso di circostanza, quando vedrai i lavoretti che i papà instabili hanno cercato di commissionare ai figli.
A te, che tiri un raro sospiro di sollievo, quando il team instabile (papà, nonni, babysistter), ti concede una libera uscita.
A te, che vieni festeggiata una volta l’anno, ma trovi tutti i giorni il momento per goderti la bellezza di essere una mamma.
A te, Buona festa della mamma.