Se dedichi tempo a te stesso e non ai tuoi figli, sei un cattivo genitore.
Lo dicono tutti vero?
I tuoi genitori, la cassiera al supermercato, la vecchietta con il bastone a cui devi cedere il posto sui mezzi pubblici.
Non è così.
Fra poco, ti mostrerò un grafico interessante!
Ma intanto seguimi, che ti racconto cosa mi è capitato.
Il desiderio insoddisfatto
L’altra sera avevo organizzato un’uscita per un Sushi con un amico.
Per un imprevisto, purtroppo, abbiamo dovuto rimandare. Che scocciatura!
Rimasto a casa con le mie figlie, ero di pessimo umore e ho trattato molto male Alice, la più grande - quasi cinque anni.
Lei voleva semplicemente giocare, ma io ero focalizzato solo sul fatto di aver perso la mia serata di svago.
Ti è mai capitato?
I tuoi figli chiedono attenzione, ma tu pensi che in quel momento vorresti fare un’altra cosa. Per soddisfare un tuo bisogno e non il loro.
Capirete bene come mi sia sentito, quando ho recuperato il lume della ragione.
Non vedevo l’ora che arrivasse la mattina, per chiedere scusa ad Alice.
Dobbiamo metterci nelle condizioni di soddisfare le nostre necessità, altrimenti penseremo sempre a ciò che ci piacerebbe fare e non realizziamo.
Dando la colpa ai nostri figli e alle briglie che ci hanno messo siamo messi addosso.
Stiamo vivendo una realtà distorta.
La curva del senso di colpa
Hai mai notato che, la prima volta in cui ti prendi una libertà dai tuoi figli, dopo poco sei attaccato al telefono a guardare le loro foto?
E’ un caso abbastanza comune. Ma si può guarire.
Guarda il grafico qui sotto e poi ne parliamo.
Naturalmente il grafico non è basato su dati reali, ma rende bene l’idea.
Più sei attaccato al tuo ruolo di genitore perfetto, sempre presente, sempre con il controllo della situazione, più sentirai il senso di colpa, quando farai qualcosa per te stesso.
Più ti neghi degli spazi riservati ai tuoi interessi, più vedrai il tuo nucleo familiare come una gabbia, perdendo di vista il vero valore del rapporto con i tuoi cari.
Questo non significa abbandonare i figli per darsi alla bella vita, ma è possibile trovare un compromesso.
Prima di arrivare a questa situazione, bisogna mettersi in azione.
Ci sei già dentro? Il consiglio è lo stesso. Inizia a muoverti: un passo alla volta.
Mark Manson, nel suo bellissimo libro “La sottile arte di fare quel ca**o che ti pare”, ci passa questo concetto:
L’azione non è solo l’effetto della motivazione ne è anche la causa. Le tue azioni creano nuove reazioni emotive e ispirazioni e vanno a motivare le tue azioni future.
Vediamo ora, cosa si intende per cambiamento e come renderlo meno traumatico.
Un cambiamento graduale
“Rome wasn’t built in a day” cantavano i Morcheeba. Sì, sono vecchio.
Per dirla facile, il cambiamento è un percorso lungo e non bisogna demoralizzarsi se non si vedono subito i risultati.
Abbiamo già parlato dell’importanza dell’azione, ma non del tempo e dell’intensità con cui applicarsi.
L’importante non è il quanto, ma il quanto a lungo nel tempo ripeti un’azione.
In una parola? La costanza.
Facciamo un esempio concreto: ogni venerdì sera, dalle 10 alle 11, quando i figli sono a letto, dedica un’ora alla lettura. Un libro, un blog, la mia newsletter (ogni riferimento alla mia newsletter è puramente casuale), insomma quello che vuoi.
Non ti piace leggere? Ok, applica la regola in qualsiasi altra sfera che sia un tuo interesse personale.
Se ti va, dedica dieci minuti del tuo tempo a questo Ted Talk di Christin Carter. Ti aiuterà a capire quanto sia semplice inserire nuove abitudini nella tua routine.
Torneremo ancora spesso sul concetto di abitudini e routine, perché è di fondamentale importanza per ricostruire la nostra autonomia.
Piccoli consigli e Recap
Chiudo questa prima newsletter con dei piccoli consigli pratici, per mettere a frutto quello che hai letto fin qui:
Sii gentile con te stesso e perdonati se hai privilegiato i tuoi interessi, rispetto ai tuoi figli. Non sei una brutta persona.
Inizia a dedicare almeno un’ora a settimana per fare qualcosa che ti piaccia. E’ meglio se è sempre lo stesso giorno, allo stessa ora.
Prova a notare se una piccola azione che hai fatto per te, ti ha portato un beneficio. Non demoralizzarti, se non lo noti.
Annotati un momento durante la settimana in cui sei stato/a completamente presente, mentre facevi qualcosa con i tuoi figli. Come ti sei sentito/a?
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Ah già, ci sono anche i Social Network da cui tutti siamo leggermente dipendenti (leggila in tono sarcastico). Ti metto un paio di bottoni per condividere il post e la newsletter. Non ho idea di cosa possa succedere, ma credo nulla di grave.
Direi che ti ho tediato abbastanza.
Fammi sapere, se ti è piaciuto o se ti interessa che scriva su altri argomenti. Come?
Rispondi alla mail, probabilmente mi arriverà.
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Scoprirai che c’è anche gente brava che scrive su questa piattaforma!
Apriti una bottiglia di vino e non badare alle richieste disinteressate che ti ho appena fatto.
Alla prossima.
Eh si caro Luca, essere genitori e' un meatier difficile.... Non esistono scuole.
Good job buddy!