Una degli aspetti più belli delle vacanze natalizie è il silenzio che regna nelle chat di gruppo.
Tranne quella per organizzare Capodanno.
Se però ti arriva una notifica da un gruppo che riguarda l’ambito asilo-scuola, un brivido scorre lungo la schiena.
Quali compiti avrà dimenticato? A quale festa di compleanno dobbiamo partecipare? A quale regalo per le insegnanti dobbiamo contribuire? Quanto aumenterà la quota di iscrizione il prossimo anno?
Ecco, insomma, i classici quesiti manco troppo paranoici.
E invece no.
Una foto di un astuccio con tutti i pastelli spezzati ha squarciato il mio quieto vivere, mentre mi godevo la brezza marina di una giornata di burrasca.
Scatta così la ricerca al colpevole.
Tra una fetta di panettone farcito al pistacchio e un amaro alla liquerizia, si procede in un’onerosa caccia alle streghe.
Iniziando dalla streghetta di famiglia (Figlia grande, in questo caso).
Ci vuole tatto
ALLORA SEI STATA TU A FARE QUESTO DISASTROOOOH??!!
Ci sarebbe molto piaciuto un esordio teatrale con siffatto impeto. Abbiamo evitato per due motivi:
Tendiamo spesso a pensare che i nostri figli siano angelici, in quanto riflesso della nostra ottima istruzione, impartita quotidianamente (Spoiler: Falso)
Smontiamo i processi alle intenzioni e cerchiamo di far uscire uno strumento sottovalutato in quest’epoca moderna, ovvero la parola.
Quindi abbiamo iniziato con perifrasi del tipo:
Sai, è successa questa cosa. Hai per caso visto chi possa essere stato? Sai mica se le maestre abbiano notato che […]? A me da piccolo è capitato di […], a te no?
Risposta:
Non mi ricordo.
Beccata.
Se non si ricorda, significa che in quel caso o in un altro, aveva compiuto quel gesto.
Abbiamo lasciato decantare un pò, anche perchè insistere con l’interrogatorio sarebbe stato controproducente e poi la difficile digestione non ci rendeva lucidi.
La prova sul campo
In serata, davanti ad un cartone, abbiamo tirato fuori la storia. Casualmente ci eravamo procurati dei pastelli, proprio lì nei pressi del luogo della conversazione.
Allora non ti ricordi proprio di avere spezzato quei pastelli?
No - titubante.
Dai, facciamo un gioco, prova a spezzarne uno.
Si impegna, usando tutte le giunture del suo corpo (gomiti, ginocchia, etc…) e, con fatica, ce la fa.
Siamo rimasti un pò sbalorditi per il numero di tecniche che ha usato, segno di un notevole esercizio in questa amabile arte, probabile disciplina olimpica a Parigi.
La sensazione era diventata una realtà, corroborata poi da una flebile confessione.
Solo uno, perchè me lo ha chiesto lei…
Anche se fosse, comunque non va bene.
Ora il punto è diverso. Come farglielo capire?
Legge del taglione
Stai pensando già male: non le ho spezzato tutti pastelli del suo astuccio, anche perchè poi avrei dovuto ricomprare pure quelli.
La legge del taglione, in questo caso, ha un taglio di tipo economico.
Su una lavagnetta magnetica, di quelle che si cancellano con un tastino (accuratamente bloccato), ho fatto un piccolo schemino.
Mamma e Papà hanno ricomprato tutti i pastelli alla tua amica, spendendo 10 euro.
Con 10 euro, avremmo potuto comprarti:
Le caramelle (ho disegnato le caramelle sulla lavagna) per tre euro - quelle gommose costano più della benzina.
Due giri in giostra per altri tre euro.
Un album di figurine - ora fanno quelli in cui devi attaccare i vestiti alle principesse - con quattro euro.
Quando ci chiederai queste cose, o altre che costano uguale, non potremo comprartele per un pò.
Naturalmente cederemo al primo occhio dolce, ma un minimo di comprendonio sull’accaduto e sugli impatti, ecchecavolo.
Oltre a questa piccola lezioncina, sono d’obbligo le scuse di persona quando vedrà la sua compagna, e il nostro capo cosparso di cenere verso i colleghi genitori.
Una vita difficile
Capita spesso che i nostri figli, qualsiasi sia la loro età, si comportino male verso coetanei amici.
Sia con gesti fisici, come il piccolo episodio che ti ho raccontato oggi, sia con aggressioni verbali, forse ancora più pericolose.
Noi non saremo presenti e probabilmente non ne verremo a conoscenza.
Non si tratta di essere buonisti o idealisti, ma il discorso “tratta gli altri, come vorresti essere trattato tu”, mi sembra una bistrattata pietra miliare per sperare in una società migliore.
Almeno, proviamoci.
Proviamo ad essere più attenti ad intercettare possibili comportamenti particolari dei nostri figli.
Proviamo a partire dal presupposto che anche i nostri amati figli possano essere dalla parte del torto.
Proviamo a coltivare il dialogo, senza giudizio.
Proviamo a metterci al loro livello, facendo capire loro che anche noi abbiamo sbagliato tante volte e continuiamo costantemente a commettere errori.
Magari non cambierà nulla.
Magari cambierà tutto.
Alla prossima.