Ciao! Purtroppo cercare di evitare le sofferenze ai nostri figli spesso fa più danni che altro. Perchè se non passano da quella strettoia, non hanno modo di metabolizzare ed elaborare una strategia di difesa ( lo sticazzi è la regina delle difese, ma è generalmente troppo presto perchè FigliaGrande lo eserciti ). FiglioDiMezzo è un ADHD, con un passato scolastico croccante per le sue caratteristiche, soprattutto per la sua difficoltà di interazione coi pari età. Non sono mai intervenuta con genitori altrui o professori perchè venisse difeso o protetto. Ho sempre lavorato su di lui, perchè nella vita dovrà necessariamente scontrarsi molte volte con gentaglia ignorante, e DEVE avere gli strumenti per affrontarla. Gli spiegavo/spiego quali sono i meccanismi che muovono i bulli, gli ho dato il consiglio maestro per provare a disinnescarli, e in qualche modo ha cominciato a venirne fuori. In tutto questo, avrei voluto che tutti quegli ignorantelli evaporassero da sta terra, avrei appeso ad una briccola a testa in giù i loro genitori che vedevano in FiglioDiMezzo il problema, e ho provato e provo una fitta al cuore al pensiero di come deve sentirsi. È difficile saperli in certe difficoltà? Sì. È necessario? in questo caso, ancora sì. Un bacetto sul neo a FigliaGrande.
Ciao Lara, grazie mille per la tua condivisione, mi hai rincuorato un sacco. Credo che il lavoro (invidio la tua pazienza e costanza) con FiglioDiMezzo sia stato qualcosa di incredibile e vedere i risultati sono un premio più che meritato. Sul fare piazza pulita dall'accoppiata bulli-genitori di bulli, potremmo fare una video protesta su TikTok, ma ho più fede in un asteroide che agisca di precisione. Visto il volume dei soggetti, temo che servirà quello che ha estinto i dinosauri e ci andremmo di mezzo tutti. Nel frattempo, entri di diritto nella mia Top5 delle mamme con i super poteri che seguono la comunità di Genitori Instabili. Continua così. Un abbraccio.
Non ho le competenze e l’autorità per entrare in questo discorso, volevo solo raccontare che la direttrice della scuola di mia figlia, il primo giorno di scuola mi ha chiamato per dirmi che mia figlia aveva fatto un occhio nero ( ma proprio nero) a un compagno di classe. In classe c’era un bambino disabile e il furbo di turno lo continuava a chiamare mongoloide, al che é partito il diretto. La direttrice ci disse che così non si fa , le diedi ragione, però le dissi Chi sono io per tarpare le ali a mia figlia? Restó interdetta, al che le dissi , se mi trova strano, pensi ai genitori del futuro bulletto. Comunque un castigo a mia figlia lo diedi, il gelato invece di 3 gusti, solo 2.
Ciao Roberto, grazie per aver raccontato questo episodio! Avrei voluto vedere la faccia della direttrice 🙂 Solo due gusti di gelato non è una punizione: è una tortura. Detto ciò credo che tua figlia abbia bene in mente la tutela della diversità altrui. Sui modi c’è sempre tempo e modo di lavorare. Spiace la disparità di trattamento rispetto al bambino che ha originato il tutto, impedendo un intervento correttivo dei genitori (credo nei miracoli). Grazie ancora e un abbraccio a te alla tua piccola boxeuse 🥊
Ciao Luca, la risposta meriterebbe un confronto più approfondito mediante videcall o piccola conferenza a riguardo. Potrebbe essere una buona idea per il futuro. Vado per punti:
1. la tue emozioni riflesse - quando i nostri figli vivino una esperienza e si confrontano con noi, sentono prima le nostre emozioni e poi le nostre paure; come tu reagisci al suo evento fa molta differenza e il modo di reagire con autenticità richiede grande lavoro su se stessi
2. nominare ciò che si sente richiede ricerca, insieme, e approfondimento: vergogna o imbarazzo? imbarazzo o disagio? o è altro? ogni parola ha il suo significato, la sua funzione e utilità.
3. normalizzare o naturalizzare? spesso normalizziamo quando dovremmo solo naturalizzare e raccontarcelo e raccontarlo come una reazione fisiologica a cui può seguire una riflessione e azione consapevole e centrata
4. speciale o unico come tutti e tutte? ciò che è unico e naturale non è speciale. è unico e naturale. esiste il fato, la fortuna, la salute e la malattia, la maggioranza e la minoranza oppure il 51 e il 49 percento
In sintesi è un lavoro di riconnessione sana tra emotivo e congnitivo prima nostro e poi dei nostri figli prima come rilfesso, poi come esmpio e solo alla fine come confronto, quando richiesto o in alcune fortuite occasioni.
Ho altro da dirti ne sono certo ma figlia grande e figlio piccolo con moglie immensa chiamano :-D
Ciao Giovanni, le tue risposte sono sempre motivo di riflesso. Ti ringrazio molto. Mi ritrovo in particolare nel punto 1: devo imparare meglio a gestire le mie reazioni; non sempre un'azione volta a proteggere o tendente a risolvere subito la problematica, per quanto sollevi l'animo del genitore, porta beneficio al figlio. Grazie ancora, rileggerò spesso questi punti per mettermi sempre in discussione e continuare a lavorare nella giusta direzione.
luca aggiungo un bit (come dicono i miei amici di "su"): dal devo al voglio se lo vuoi davvero; ascoltarsi e rileggersi e riflettere su ciò che scriviamo e diciamo è il primo atto di manutenzione delle connessione emotive e cognitive; per gestire le reazioni bisogna manutentare gli "incroci" dove nascono le scintille e poi i "sistemi di flusso del pensiero" e un modo che ho attuato con beneficio è stato quello di fermarmi ogni giorno e segnare e poi riflettere su ciò che mi aveva colpito durante la giornata perchè ciò che ti colpisce risiede negli incroci che poi fanno nascere le nostre reazioni. In sintesi, come dice l'AI quando riformula i nostri pensieri: per gestire una reazione "devi voler" lavorare con la riflessione per trasformarla - e non gestirla - in azione consapevole. PS. mi sono riletto e mi rendo conto che voglio lavorare sul trasfromare le mie riflessioni in scritti sintetici e comprensibili perchè ho ancora molto da fare :-D
Quando le mie ragazze erano piccole, erano spesso assieme (sono quasi coetanee, tra la piccola e le gemelle ci sono 11 mesi) e dunque tipicamente erano loro a difendere gli altri, i bullizzati. La mia idea era che fossero autonome nella risoluzione di piccoli conflitti. Chiaro che quando sono capitati conflitti più seri, ad esempio quando abbiamo cambiato città e nella nuova classe di C. la emarginarono tutti perché non si voleva fidanzare con il suo pretendente, simpatico a tutti, io e il padre non abbiamo esitato a citofonare la maestra, gli altri genitori. Alle superiori è successo di nuovo, a L., in modo pesante: mi rivolsi a coordinatrice di classe e preside, che non fecero nulla perché troppo impegnati a pensare al COVID, e a mia figlia non restò che farsi bocciare all' esame di riparazione per poter cambiare classe (ovviamente non mi chiese un consiglio, fece tutto da sola). Insomma, per farla breve, interverrei non in ragione della gravità del problema, ma quando questo genera sofferenza. Ma a volte si risolve tutto senza che tu debba fare nulla.
Ciao Polly, grazie mille per gli esempi personali che hai condiviso. La mia preoccupazione è quella di ingigantire un comportamento fisiologico che abbiamo attraversato tutti, perchè, avendolo vissuto in prima persona, vorrei evitare questa sofferenza a mia figlia. Metterò anche questa cosa nel mio file Excel intitolato "Da monitorare" (non esiste davvero ma, solo il fatto di averci pensato, indica il mio stato 😊).
Ciao! Purtroppo cercare di evitare le sofferenze ai nostri figli spesso fa più danni che altro. Perchè se non passano da quella strettoia, non hanno modo di metabolizzare ed elaborare una strategia di difesa ( lo sticazzi è la regina delle difese, ma è generalmente troppo presto perchè FigliaGrande lo eserciti ). FiglioDiMezzo è un ADHD, con un passato scolastico croccante per le sue caratteristiche, soprattutto per la sua difficoltà di interazione coi pari età. Non sono mai intervenuta con genitori altrui o professori perchè venisse difeso o protetto. Ho sempre lavorato su di lui, perchè nella vita dovrà necessariamente scontrarsi molte volte con gentaglia ignorante, e DEVE avere gli strumenti per affrontarla. Gli spiegavo/spiego quali sono i meccanismi che muovono i bulli, gli ho dato il consiglio maestro per provare a disinnescarli, e in qualche modo ha cominciato a venirne fuori. In tutto questo, avrei voluto che tutti quegli ignorantelli evaporassero da sta terra, avrei appeso ad una briccola a testa in giù i loro genitori che vedevano in FiglioDiMezzo il problema, e ho provato e provo una fitta al cuore al pensiero di come deve sentirsi. È difficile saperli in certe difficoltà? Sì. È necessario? in questo caso, ancora sì. Un bacetto sul neo a FigliaGrande.
Ciao Lara, grazie mille per la tua condivisione, mi hai rincuorato un sacco. Credo che il lavoro (invidio la tua pazienza e costanza) con FiglioDiMezzo sia stato qualcosa di incredibile e vedere i risultati sono un premio più che meritato. Sul fare piazza pulita dall'accoppiata bulli-genitori di bulli, potremmo fare una video protesta su TikTok, ma ho più fede in un asteroide che agisca di precisione. Visto il volume dei soggetti, temo che servirà quello che ha estinto i dinosauri e ci andremmo di mezzo tutti. Nel frattempo, entri di diritto nella mia Top5 delle mamme con i super poteri che seguono la comunità di Genitori Instabili. Continua così. Un abbraccio.
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Non ho le competenze e l’autorità per entrare in questo discorso, volevo solo raccontare che la direttrice della scuola di mia figlia, il primo giorno di scuola mi ha chiamato per dirmi che mia figlia aveva fatto un occhio nero ( ma proprio nero) a un compagno di classe. In classe c’era un bambino disabile e il furbo di turno lo continuava a chiamare mongoloide, al che é partito il diretto. La direttrice ci disse che così non si fa , le diedi ragione, però le dissi Chi sono io per tarpare le ali a mia figlia? Restó interdetta, al che le dissi , se mi trova strano, pensi ai genitori del futuro bulletto. Comunque un castigo a mia figlia lo diedi, il gelato invece di 3 gusti, solo 2.
Ciao Roberto, grazie per aver raccontato questo episodio! Avrei voluto vedere la faccia della direttrice 🙂 Solo due gusti di gelato non è una punizione: è una tortura. Detto ciò credo che tua figlia abbia bene in mente la tutela della diversità altrui. Sui modi c’è sempre tempo e modo di lavorare. Spiace la disparità di trattamento rispetto al bambino che ha originato il tutto, impedendo un intervento correttivo dei genitori (credo nei miracoli). Grazie ancora e un abbraccio a te alla tua piccola boxeuse 🥊
Ciao Luca, la risposta meriterebbe un confronto più approfondito mediante videcall o piccola conferenza a riguardo. Potrebbe essere una buona idea per il futuro. Vado per punti:
1. la tue emozioni riflesse - quando i nostri figli vivino una esperienza e si confrontano con noi, sentono prima le nostre emozioni e poi le nostre paure; come tu reagisci al suo evento fa molta differenza e il modo di reagire con autenticità richiede grande lavoro su se stessi
2. nominare ciò che si sente richiede ricerca, insieme, e approfondimento: vergogna o imbarazzo? imbarazzo o disagio? o è altro? ogni parola ha il suo significato, la sua funzione e utilità.
3. normalizzare o naturalizzare? spesso normalizziamo quando dovremmo solo naturalizzare e raccontarcelo e raccontarlo come una reazione fisiologica a cui può seguire una riflessione e azione consapevole e centrata
4. speciale o unico come tutti e tutte? ciò che è unico e naturale non è speciale. è unico e naturale. esiste il fato, la fortuna, la salute e la malattia, la maggioranza e la minoranza oppure il 51 e il 49 percento
In sintesi è un lavoro di riconnessione sana tra emotivo e congnitivo prima nostro e poi dei nostri figli prima come rilfesso, poi come esmpio e solo alla fine come confronto, quando richiesto o in alcune fortuite occasioni.
Ho altro da dirti ne sono certo ma figlia grande e figlio piccolo con moglie immensa chiamano :-D
Ciao Giovanni, le tue risposte sono sempre motivo di riflesso. Ti ringrazio molto. Mi ritrovo in particolare nel punto 1: devo imparare meglio a gestire le mie reazioni; non sempre un'azione volta a proteggere o tendente a risolvere subito la problematica, per quanto sollevi l'animo del genitore, porta beneficio al figlio. Grazie ancora, rileggerò spesso questi punti per mettermi sempre in discussione e continuare a lavorare nella giusta direzione.
luca aggiungo un bit (come dicono i miei amici di "su"): dal devo al voglio se lo vuoi davvero; ascoltarsi e rileggersi e riflettere su ciò che scriviamo e diciamo è il primo atto di manutenzione delle connessione emotive e cognitive; per gestire le reazioni bisogna manutentare gli "incroci" dove nascono le scintille e poi i "sistemi di flusso del pensiero" e un modo che ho attuato con beneficio è stato quello di fermarmi ogni giorno e segnare e poi riflettere su ciò che mi aveva colpito durante la giornata perchè ciò che ti colpisce risiede negli incroci che poi fanno nascere le nostre reazioni. In sintesi, come dice l'AI quando riformula i nostri pensieri: per gestire una reazione "devi voler" lavorare con la riflessione per trasformarla - e non gestirla - in azione consapevole. PS. mi sono riletto e mi rendo conto che voglio lavorare sul trasfromare le mie riflessioni in scritti sintetici e comprensibili perchè ho ancora molto da fare :-D
Grazie Giovanni, non importa la forma: il messaggio è arrivato forte e chiaro. "Voglio" che tu lo sappia😊
Quando le mie ragazze erano piccole, erano spesso assieme (sono quasi coetanee, tra la piccola e le gemelle ci sono 11 mesi) e dunque tipicamente erano loro a difendere gli altri, i bullizzati. La mia idea era che fossero autonome nella risoluzione di piccoli conflitti. Chiaro che quando sono capitati conflitti più seri, ad esempio quando abbiamo cambiato città e nella nuova classe di C. la emarginarono tutti perché non si voleva fidanzare con il suo pretendente, simpatico a tutti, io e il padre non abbiamo esitato a citofonare la maestra, gli altri genitori. Alle superiori è successo di nuovo, a L., in modo pesante: mi rivolsi a coordinatrice di classe e preside, che non fecero nulla perché troppo impegnati a pensare al COVID, e a mia figlia non restò che farsi bocciare all' esame di riparazione per poter cambiare classe (ovviamente non mi chiese un consiglio, fece tutto da sola). Insomma, per farla breve, interverrei non in ragione della gravità del problema, ma quando questo genera sofferenza. Ma a volte si risolve tutto senza che tu debba fare nulla.
Ciao Polly, grazie mille per gli esempi personali che hai condiviso. La mia preoccupazione è quella di ingigantire un comportamento fisiologico che abbiamo attraversato tutti, perchè, avendolo vissuto in prima persona, vorrei evitare questa sofferenza a mia figlia. Metterò anche questa cosa nel mio file Excel intitolato "Da monitorare" (non esiste davvero ma, solo il fatto di averci pensato, indica il mio stato 😊).