Ecco una delle newsletter più attesa dell’anno: il racconto delle vacanze con spunti di riflessione, ma soprattutto di sopravvivenza.
Con la storica famiglia di amici che ci sopporta e accompagna ogni anno, abbiamo invertito il trend di vacanza-tipo: siamo passati dalla classica settimana in montagna in albergo mezza pensione a una settimana in Corsica in appartamento condiviso.
Un cambio di rotta graduale, ragionato e gestibile come quando ti ritrovi a Punta Helbronner con infradito e canottiera.
Spezzo l’episodio in due puntate, perchè ci sono tante cose da raccontare. In questa prima, mi concentro sull’operazione traghetto - nome in codice Corsica Ferries - che destava in me molte preoccupazioni. La prossima settimana parlerò della casa e di come ci siamo mossi in terra straniera.
Allaccia le cinture, si parte.
Imbarchi e attese
Io credo di essere l’unica persona al mondo con il timore sul come imbarcare la macchina sul traghetto.
Ho avuto la certezza di questa patologia rara, guardando dei video a tema su Youtube: pochi, anzi pochissimi. Ho raggiunto la vera tranquillità con un video di un signore che mentre si imbarcava, faceva appunto il video e recensiva in malo modo la sua vacanza. La sua nonchalance mi ha dato tanta speranza e ha allontanato il pensiero negativo di trascorrere la mia vacanza cappottato in macchina nella chiglia di una nave.
Nonostante questo, ho costretto tutti ad arrivare all’imbarco con abbondante anticipo, tipo due ore - e la partenza era alle 07:30 di mattina. Immaginati la verve dei bambini, shakerati da plurimi stati d’animo, tra cui: sonnolenza, agitazione, adrenalina, caldo, freddo, fame, bisogni primari, noia e domande di varia natura con prevalenza di quando arriviamo?
I presupposti per l’Armageddon c’erano tutti, ma non ci potevamo permettere la colonna sonora degli Aerosmith e allora la vacanza è virata più su una commedia all’italiana, di quelle che passano sui Rai5 a Ferragosto.
Bando alle ciance, vi lascio qualche consiglio più o meno serio su come sistemarsi sul traghetto:
Non importa arrivare due ore o cinque minuti prima, l’imbarco sarà casuale come una vittoria della gara di Breakdance alle Olimpiadi.
Con pochi euro in più, puoi fare salire a piedi moglie e figli
PRO: salgono qualche minuto prima e possono accaparrarsi posti migliori; non si ribalteranno con te in auto; non rimarranno incastrati nelle auto parcheggiate, rifacendovi le fiancate.
CONTRO: alterare la composizione familiare può essere rischioso; sarai da solo nel posizionare il mezzo e dimenticherai sicuramente la borsa dei giochi o le salviette umidificate; per essere una famiglia unita, la sofferenza va condivisa.
Guadagnare una postazione comoda è vitale. Nella zona ristoranti, ci sono tavoli con sedie abbastanza comode, spazio di movimento e televisori a tirata d’occhio. Siete indecisi sul prenotare una poltrona a pagamento o una cabina?
PRO: con bambini sotto l’anno, un appoggio con un letto e un bagno privato può far comodo. Se viaggiate di notte, a meno che non siate una famiglia di avventurieri, sono soldi ben spesi.
CONTRO: i bambini (sopra i due anni) sono talmente elettrizzati e stanchi che non filano di striscio nè la cabina nè la poltrona (dove è auspicabile il silenzio): preferiscono rotolare sulla moquette o perdersi in qualche anfratto. Noi con Figlia Piccola abbiamo preso la cabina, poco sfruttata.
Ricordatevi di portarvi dietro il kit di sopravvivenza: cibo, acqua, giochi, pazienza e sonniferi (scegliete voi se darli ai vostri figli o prenderli in prima persona, per anestetizzarvi da questa esperienza di viaggio).
Passiamo ora alla fase più terribile interessante: il viaggio.
La traversata dantesca
Caronte traghettava anime impure da una sponda all’altra dell’Ade. I traghetti transumano anime tristi o felici, a seconda della direzione. Ma soprattutto anime stanche: chi parte è esausto dai preparativi e dalle aspettative, chi torna è in preda al pre-burnout lavorativo e ai ricordi.
Dopo questa immagine poetica, torniamo nel vivo del racconto. C’è una e una sola domanda che balena nella testa del Genitore Instabile: come faccio a far passare otto ore su una nave, senza che i miei figli sclerino (sostituire “i miei figli” con “io”)?
Anche qui, vado subito di piccole tattiche, nelle quali nascondo le mie vicissitudini:
Applicate la tecnica del pomodorino, nella versione adulta e allungata. Invece che i canonici 30 minuti, allungate ad un’ora. Ma di che? Mi dirai. Ma di gestione dei figli! Per un’ora ti fai carico tu delle creature, per poi cederle l’ora successiva al tuo partner. Avrai quindi un’ora pulita di riposo, per affrontarne poi un’altra un pò più impegnativa. Puoi anche metterci degli elementi di sfida. Ne fai addormentare uno? 100 punti! Li tieni mezzora in più? 50 punti! Ne perdi uno? -100 punti! Ne perdi due? Devi abbandonare la nave.
Sfruttate la terrazza: il nostro traghetto aveva una piscinetta. All’andata mi sono detto: cavoli che grinta questi tedeschi che buttano i bambini in quello stagno! Al ritorno, ho buttato i miei. A parte gli estremismi, una parte di viaggio all’aria aperta - non fare caso alla ciminiera poco più in alto - con adeguate creme e cappelli, è un buon diversivo rispetto agli ambienti chiusi. Giocatevi anche la carta gelato, quattro euro che faranno piangere il portafoglio ma ristorano l’animo. Jolly: in base all’orario, guardate albe, tramonti, stelle e coste in lontananza. Se butta bene, capitano anche i delfini.
Trasforma la nave in un casinò (attenzione all’accento): i giochi di carte sono quelli che appassionano di più i bambini. A volte degenerano, ma corri il rischio. Ti consiglio la collana della Clementoni, in particolare 10 Famiglie. In una fase distopica del viaggio, si sono uniti al gioco bambini di altre nazionalità e sembrava di stare al mercato di Marrakech.
Tablet, TV e gingilli digitale. Sapete che parteggio per un uso controllato di questi strumenti. Ma ci sono anche situazioni limite, in cui bisogna saper cedere. Controlla prima di partire le condizioni del roaming marittimo della tua compagnia telefonica e portati un tablet, il più catorcio che hai. Per le prese elettriche per la ricarica, muoviti intorno alla zona dei televisori o stacca un frigo del ristorante, scusandoti con una protesta bianca contro i prezzi del cibo fuori mercato. A noi è andata bene che era periodo di olimpiadi: abbiamo guardato sulle TV del traghetto ogni tipo di sport, spendendo un sacco di tempo per spiegare/capire le regole degli sport, che di solito non si fila nessuno.
Evita la zona giochi. Sembra un paradosso, ma il tasso di infortunio è più alto di un cantiere non dichiarato e tutti gli arnesi presenti esaltano l’esuberanza di un figlio già abbastanza su di giri per l’esperienza, e la stanchezza, che sta vivendo.
Ecco che con questi piccoli accorgimenti, per quanto la faccia tragica - ma solo per un pò di spettacolo letterario - la traversata in traghetto non è andata poi così male. Forse un pò più impegnativo il ritorno, con il viaggio nella fascia pomeridiana e l’arrivo in tarda serata, quando tutti eravamo abbastanza cotti.
Ehi, sto dando per scontato che lo sbarco sia una formalità! Manco per idea, consentimi di spendere le ultime parole anche su questa fase, poi prometto che ti lascio.
Lo sbarco
La sindrome di Fuga da Alcatraz coglie tutti passeggeri su ogni tipo di mezzo. Figuriamoci su un traghetto, ad Agosto, dopo otto ore.
Ecco gli ultimi consigli per non rovinare tutto sul più bello:
La corsa alla macchina serve poco: tanto sarà incastrata in mezzo a tante e, rigorosamente, quello davanti starà rimirando l’orizzonte dalla parte opposta della nave. Piuttosto ricordati bene dove l’hai parcheggiata (all’ingresso, fai una foto ad uno dei simboli che contraddistinguono il tuo parcheggio).
La toilette salvavita. La regola universale del mondo genitoriale è: fai la pipì prima di uscire. Devi sapere - magari ne parlo un pò la prossima puntata - che in Corsica qualunque destinazione, anche la più vicina, è preceduta da un coda infinita. Fai evacuare i tuoi figli e segui il loro esempio. Anche i tempi tecnici di sbarco sono importanti, tienine conto nel bilancio idrico familiare.
Borracce, ventagli e ventilatori. Quando rientrerete in macchina, ci sarà l’effetto Sauna finlandese. Ho caldo, ho sete sarà un mantra da tempio tibetano. Sarà lì che verranno utili le borracce riempite con le ultime riserve d’acqua e quei ventilatori portatili comprati da Tiger, che custodivi dalla partenza nel cruscotto. Non commettere l’errore di dare i ventilatori a inizio della traversata: non li avrai di sicuro nel momento del bisogno.
Ingorgo da tangenziale. L’uscita dal traghetto simula molto il Gran Premio di Montecarlo, una colonna infinita di macchine vincolate da un percorso stretto che cercano di superarsi. Per quanto tu ti veda già al mare, pensa a quanto sarebbe più pesante compilare una constatazione amichevole in quelle condizioni. Punta il navigatore, accordati con i tuoi amici che anche se vi perdete un attimo non succederà nulla e fai passare i più aggressivi.
Che dire, siamo arrivati in Corsica! Inizia la vacanza ma, per tenervi un pò sulle spine, vi faccio aspettare ancora una settimana, come quando dovevamo attendere per un puntata di Lost o di ER- Medici in prima linea. Due serie che identificano molto la mia vacanza (Scherzo!).
Non mancate la prossima settimana!
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Mi hai fatto morire dal ridere, Luca! Anche perché sono affezionatissima alle vacanze che iniziano con l'imbarco sul traghetto: io e mio marito li abbiamo frequentati da fidanzati (tanti anni in Corsica anche noi), poi da genitori abbiamo virato sulla Sardegna. E lì, su quelle 'macchine' che ti chiedi sempre come facciano a caricare così tante auto, siamo rimasti. Da più di vent'anni. Traghetto anche quando è arrivato il nostro cane, traghetto anche quando abbiamo portato a casa la gattina salvata in Sardegna... E quindi rivedo TUTTO quello che racconti. Salire con passeggino; salire noi tre prima a piedi (poi, in quattro, con il cane!); scapicollarsi nella zona self-service; andare in bagno prima che diventi la bolgia; inventarsi di tutto per rendere quelle 6-8 ore di viaggio minimamente sopportabili per tutti. Adesso le ragazze hanno più di vent'anni e la preparazione dello zaino per la traversata è affare loro; d'estate io rimango a casa con il 'vecchietto' Flynn e con la gatta sarda; ma appena possiamo, io e mio marito prenotiamo due biglietti e, seppur per quattro giorni di permanenza, non vediamo l'ora di attraversare quel portellone abbassato...
Le traversate in traghetto formano la gioventù!
Dai cinque anni in su, senza azzardare tratte lunghe, l'aereo è più controllabile. Se non altro, stanno la maggior parte del tempo "legati" con le cinture 😂. Vedremo se sarò di quest'avviso anche dopo il Palermo-Londra che prenderemo prossimamente😅