L’instabilità di noi genitori si alimenta anche grazie a questa domanda:
Quanto dovremmo esporre i nostri bambini alla verità del mondo che ci circonda?
Noi genitori mentiamo costantemente ai bambini. Non saprei se dovremmo smettere, ma credo che dovremmo almeno esaminare quali bugie diciamo e perché.
A tutti noi sono state raccontate bugie da bambini e alcune di queste ci influenzano ancora.
Per esempio, da poco ho scoperto che posso sopravvivere anche se non metto il berretto di lana in inverno o la canottiera d’estate.
Le bugie non comprendono solo le falsità più evidenti, ma anche tutti i modi più sottili con cui inganniamo i bambini.
Tipo quando rispondiamo “Non lo so”, ma in realtà conosciamo benissimo la risposta ma sarebbe difficile trasformarla in un linguaggio-bambino.
Provo a farti l’esempio, su uno degli argomenti più difficile da trattare.
Figli delle stelle
Sembrava una serata tranquilla - insomma, il solito delirio - quando stravaccato sul divano mi arriva questa bomba da Figlia Grande:
- Papà ma quando avrò 1500 anni, tu ci sarai ancora?
- Ehm, coff coff… - sputando l’ultima goccia di liquore alla liquerizia.
- Allora?
- Eh sarò un bel vecchiettino ma forse no, non ci sarò quando avrai 1500 anni.
- Sarai una stella in cielo come nonna-bis?
- Sì sarò lassù e nel tuo cuoricino (probabilmente bionico, se arriverà a 1500 anni).
- Ma io non vogliooooohhhhhhhh!!! , con pianto sincopato.
- Ma non ci pensare, c’è tempo! Vieni qui che guardiamo quanti follower ha perso questa settimana la Ferragni, glisso.
Argomento pesante, la morte.
La vita che finisce è difficile da digerire da adulti, figuriamoci per un bambino. Più che altro, far metabolizzare la possibile perdita di una persona cara. Che, tirando le somme, la vera fregatura della morte è per quelli che restano a pagare il conto dell’assenza.
Altre volte, me la cavo così:
- Papà perchè ci sono quei fiori sulla strada?
- Non so cara, li avrà dimenticati qualcuno.
Va bene tutto, ma spiegare anche l’aleatorietà della vita in relazione agli incidenti stradali, ecco, non me la sentivo.
Poi con tutti quei programmi su Real Time dove ricostruiscono disastri aerei, tsunami, rapine ed altri eventi tragici, diventa anche un pò complicato fare il genitore omertoso.
Come stabilire i limiti
Io sono un fan delle verità ben dette. Anche se non c’è una scuola per dire bene la verità, quindi sbaglio tantissime volte, con la speranza di non fare danni.
Quando riesco, cerco di dare risposte che coincidono o si avvicinano molto alla realtà, perchè non credo che i bambini, anche quelli più piccoli, non riescano a gestirle.
Anzi, se cresciamo i nostri figli con dei paletti imposti dallo stereotipo che ogni verità debba essere scoperta ad una certa età anagrafica, si rischia di ottenere danni collaterali.
Ma poi qual è l’età giusta? E per cosa?
Pensiamo ai vari tabù sul concepimento (non sono ancora arrivato a questa fase, quindi rispetto tutti coloro che ci stanno passando o che l’abbiano superata con eleganza).
Se lasciamo che i nostri figli scoprano come stanno le cose dagli amici o peggio ancora dai media e da internet, avranno una verità drogata dalla fonte dell’informazione (che può essere una buone fonte, ma quasi sempre tende a non esserlo).
Invece trovo giusto mantenere i limiti di età su argomenti basilari come:
Babbo Natale - Santa Lucia
Fatine dei denti & Associati
Le tasse, mutui e partita IVA
Riscaldamento globale
Cancella il debito
I nostri figli, così come è successo a noi, arrivano all'età adulta con una sorta di debito di verità. Tutti arriviamo all'età adulta con la testa piena di bugie.
Sarebbe bello instaurare un momento, settimanale, mensile o annuale, dove ci sediamo davanti ai nostri figli e diciamo:
Ok, ora ti racconto le bugie dell’ultimo periodo e le corrispondenti verità. Pronto?
Magari davanti a un succo di frutta, un tè o una Caipiroska a seconda dei gusti.
Naturalmente non succede mai, quindi si aprono due possibili scenari:
Non creare un debito di verità (o limitarlo al minimo)
Continuare a raccontare bugie a salvaguardia della serenità dei figli
Nel secondo caso, il bambino che piano piano diventerà adolescente e poi adulto vivrà in una realtà non corrispondente a quanto raccontato e sceglierà se e come accettare la verità di come stanno veramente le cose.
Non ti è mai capitato di disfarti in età adulta di un retaggio frutto di una bugia che ti era stata raccontata da piccolo?
Come ti sei sentito?
A parte il mio esempio stupido di cappello e canottiera, a me è capitato ed è stata una bella presa di coscienza.
Ora prova a pensare a non mettere i tuoi figli nelle condizioni di doversi liberare da questo fardello. Da questi stracci raffazzonati che abbiamo appiccicato loro per proteggerli.
Suona bene?
Per me, sì.
Hai paura di ferirli raccontando verità scomode? Credi che sia giusto conoscere certi argomenti con una maggiore maturità?
La risposta è nuovamente sì. Anche per me.
Proviamo però, prima di raccontare una bugia o glissare su una verità, a porci un paio di domande:
Ci sarà un modo per rispondere avvicinando nostro figlio alla realtà? Quanto potrebbe pesare questa bugia, se scoprisse la verità nel modo o nel momento sbagliato?
Non costa molta fatica. Poi possiamo decidere di procedere in un modo o nell’altro. Non c’è il giusto o lo sbagliato. E, come sempre, non c’è un manuale per fare il genitore, nonostante lo cerchi con costanza su internet e chieda alle varie intelligenze artificiali.
Alla prossima,
Certi argomenti per ora cerco di evitarli provando a schivarli alla fonte (tipo la guerra, evitando visite a musei dedicati o sacrari). Sulla morte, però, capita spesso di incapparci con la più grande di 4anni e ancora non ho trovato un approccio che ritengo valido, siano ancora al “sono andati in cielo” e qualche borbottio a seguito. La tua pensi abbia chiaro il passaggio? Come lo avete trattato?