La costanza non è il mio forte, salto di palo in frasca come un uccel di bosco, appassionandomi a tanto e concludendo poco.
Eppure siamo arrivati alla cinquantesima newsletter di Genitori Instabili. Una bella pacca sulla spalla me la merito.
Ricordo ancora i giorni in cui mettevo mano alla piattaforma per le configurazioni di base e inserivo forzatamente gli indirizzi e-mail dei miei familiari più stretti.
E ora siamo in 137, molti dei quali non conosco personalmente, ma contribuiscono attivamente a tenere accesa la mia fiammella di entusiasmo nel portare avanti questo progetto.
In realtà, non so come etichettare Genitori Instabili, perchè durante i suoi 18 mesi di vita, con un paio di periodi letargici, ha cambiato declinazione.
Se ti sei legato da poco a questa newsletter, ti faccio un breve recap, sperando di non annoiarti.
Le origini
Tutto è iniziato come un esperimento. Avevo frequentato il corso CopyMastery - che consiglio a tutti - del buon
e della sua famiglia di Marketers e volevo mettere subito in pratica quanto imparato.Per questo ho studiato il settore della genitorialità, unendo queste conoscenze alla mia esperienza personale di papà e di ingegnere. L’intersezione di questi interessi -Ikigai direbbero i fighi - ha prodotto l’idea di Genitori Instabili.
Volevo creare una community dove confrontarmi allo stesso livello con altri genitori come me, senza ergermi a paladino della verità in quanto non ho l’autorevolezza di chi ne fa una professione (per quanto si possa studiare ad essere buoni genitori) ma conosco i problemi sul tema e adotto soluzioni, a volte fuori dagli schemi.
In tutto ciò, il mio lavoro vero mi porta in tasca tanta esperienza di gestione di progetti, valutazione dei rischi, gestione delle persone, tempistiche da rispettare.
Ma alla fine non è proprio questo il compito di un genitore?
Trovare metodi per organizzarsi al meglio e riservare un pò di tempo per se stessi;
Cercare espedienti che elevino ogni giorno la relazione con i propri figli;
Prevenire rischi sulla base di esperienze già consolidate;
Utilizzare modelli di altre discipline che possono essere efficaci nei compiti da genitori.
Ho scelto di utilizzare un tono di voce umoristico, affine al mio parlato comune, per non snaturarmi troppo, cercando di semplificare o adattare all’ecosistema familiare concetti tipici del Project Management.
Nella mia indagine di mercato, non avevo visto questo approccio da nessuna parte, quindi arriva la domanda fatidica: sono un genio o interessa a nessuno?
I primi exit poll propendono per la seconda ipotesi, ma voglio darmi ancora una chance per capire se la platea attuale potrebbe gradire l’approccio.
Leggi o scorri velocemente queste mie prime newsletter: La tecnica del pomodorino, la tecnica del panino, AI - Aiuti Innovativi e La forza-lavoro famiglia. Se sei ancora in ferie, non ci vorrà molto.
Ti sparo anche un piccolo sondaggio, così capisco meglio i tuoi gusti:
Insomma, mi filava poca gente e la voglia di abbandonare la nave era tanta (da qui i periodi di letargo).
Ed ecco che arriviamo alla seconda domanda fatidica: perchè volevo scrivere Genitori Instabili (i fighi lo chiamerebbero Why)?
Volevo arrivare a qualcosa di monetizzabile, dare un contributo alla comunità senza chiedere niente in cambio o semplicemente saziare la mia passione per la scrittura?
Fra poco te lo svelo.
Questione di Storytelling
Il cambio di registro di Genitori Instabili è avvenuto con una seconda dichiarazione di intenti tramite il pezzo Digital Detox.
Da lì in poi, ho preso coscienza del fatto che mi piace scrivere per intrattenere. E se, intrattenendo, riesco a esporre qualche tema, concetto, metodo o storia personale che possa risuonare in altre persone, ben venga.
A volte queste persone me lo scrivono pubblicamente o in privato e questo è l’attestato di stima più importante che possa ricevere.
Nei miei brevi racconti, cerco di non andare oltre i cinque minuti di lettura, perchè l’attenzione è cosa rara e sfuggevole, inserisco molti elementi della mia vita quotidiana. Se non crolla internet o questa piattaforma, più avanti potranno leggerli anche le mie figlie (nonostante continui la tradizione delle Lettere dal passato).
Mettere le parole in fila, mi aiuta a rendermi conto anche di come stia conducendo la mia vita da genitore: gli ampi margini di miglioramento, il cercare di non predicare bene e razzolare male, lo sforzo di leggere e informarmi per trovare nuovi spunti da condividere.
La scrittura è terapeutica, ma l’ultimo motivo per cui tengo in piedi Genitori Instabili ti stupirà ancora di più.
Pronto? Sei arrivato fin qui, spero di sorprenderti.
Scrivo questa newsletter anche per far sapere ai miei primi iscritti forzati, ossia i miei familiari stretti, come sto procedendo nel mio percorso di vita.
Scusa non ti hanno detto che esiste il telefono?
Ognuno ha il suo modo di esprimersi, e la voce non è l’unico. Questo, al momento, è il mio, e credo che il messaggio arrivi a destinazione.
Top 3
In chiusura, vi lascio con le tre newsletter che sono piaciute di più per numero di visualizzazioni e interazioni, fosse mai che te le fossi perse.
Non sei una brutta persona - è la newsletter di apertura, impossibile non averla letta.
Sopravvivere alle sagre - un manuale con tanti consigli pratici.
Sliding doors - forse il pezzo a cui sono più legato.
Basta autocelebrazioni, prossima settimana sarete tutti tornati dalle vacanze e io vi racconterò le mie. Mi serviranno due puntate, ma vi terrò incollati allo schermo: promesso.
Alla prossima!